“Di una città non apprezzi le sette o settantasette meraviglie, ma la risposta che dà ad una tua domanda.” (Italo Calvino)
Tra le pietre antiche di Erice, ogni passo ha il suono della memoria.
C’è una piazzetta che sembra aspettarti da sempre, una chiesa - la Matrice - che svetta come una sentinella gentile sul borgo, e poi vicoli lastricati dove il Medioevo risuona in ogni angolo.
Erice si attraversa in silenzio, come si sfoglia un libro antico.
Tra le sue botteghe, il tempo si tesse a mano - su vecchi telai - e si addolcisce nei dolci di mandorla e nelle genovesi ancora preparate come un tempo.
E mentre l’artigianato profuma di tradizione e la scienza risuona tra le mura del Centro Ettore Majorana, Erice continua a parlare al mondo.
Un borgo che sa di pietra e di pensiero, di mani che creano e menti che riflettono.
Erice è la risposta quieta a una domanda che portavi con te, ma che non sapevi ancora di voler porre.