“Chi non si muove non può rendersi conto delle proprie catene.” (Rosa Luxemburg)
Ci sono luoghi che non si attraversano per arrivare, ma per capire.
Valsavarenche è uno di questi.
Una strada che si stringe tra boschi di larici, un torrente che accompagna i passi e villaggi di pietra che sembrano vegliare sul tempo.
Qui non c’è fretta, solo aria sottile e un orizzonte che invita a liberarsi da tutto ciò che pesa.
Ogni curva svela un nuovo respiro, ogni salita un pensiero che si scioglie.
E quando ti fermi, magari al cospetto del Gran Paradiso con il vento che scompiglia i pensieri, senti che muoversi non è solo andare lontano.
È tornare a sentire.
In questo angolo d’Aosta, dove la natura non fa spettacolo ma verità, impari che la libertà non si conquista: si riconosce.
E a volte basta un passo, uno solo, per spezzare le catene invisibili che ci tengono fermi.